Il libro che mancava: il cantautorato progressivo italiano dal beat al bit.
Nella musica, con la musica e dentro la musica, la biografia di Piergiorgio Pardo cita giornalista, musicista, docente e vocal coach. Tanti i libri che ha pubblicato, tra musica e culture giovanili, sempre svincolandosi dal già noto. E la volontà di non percorrere piste battute lo contraddistingue anche in questa sua ultima fatica, dove esplora il labile confine tra la canzone d’autore e il prog rock. Uno spazio sottile, ma fondamentale, sia un tempo che oggi. Infatti in queste trecentoventi pagine Pardo, che sciorina una scrittura sublime, esplora il passato, ma getta anche un possibile ponte verso il futuro, lottando fortemente contro la terribile congettura che la musica è finita ieri o forse l’altro ieri. E questo sin dalla copertina, dove un classico di Claudio Rocchi accoglie un album di Iosonouncane, in un ponte ideale tra storia e contemporaneità.
Tanti gli artisti citati partendo da lontano, anzi molto lontano per arrivare ai giorni nostri, in un’esplorazione profonda, che cita nomi noti e meno noti, curiosi e coraggiosi. Vincenti e perdenti, tutti analizzati con raggruppamenti cronologici e in qualche modo stilistici. Ne viene fuori così una sorta di ampia discografia consigliata a cui si accede solo dopo aver compreso il fenomeno; che tale non è, ma lo definiamo così per comodità; attraverso una prima parte esplorativa, che ha il compito di consegnarci gli strumenti per assimilare le modalità di inclusione, con la certezza che è necessario svincolarsi dal concetto noto di “progressivo”.

Leggiamo così di Lucio Battisti e Paolo Benvegnù, Gianni Maroccolo e Alberto Fortis, Fabio Celi, Alan Sorrenti e tanti altri, compreso Claudio Rocchi, il nome forse più conosciuto e rappresentativo della commistione cantautorato e prog e persino dei due Gianni, Bella e Togni, per dirvi che lo spettro è veramente ampio.
L’ultima lunga parte assembla intense interviste (alcuni nomi: Morgan, Ivan Cattaneo, Fabio Zuffanti, Iosonouncane…), dove l’autore, con incalzanti domande, riesce ad incunearsi nei meandri più reconditi, consegnandoci i volti meno noti dei soggetti vittime della mitraglia di interrogativi.
L’editoria musicale è spesso ricca di volumi ripetitivi e povera di novità, ma sono certo di non rischiare la smentita nel dirvi che “Un gusto superiore – Il cantautorato progressivo italiano dal beat al bit” è il libro che mancava.
Possedere questo volume, arricchito dalla prefazione del guru del prog Guido Bellachioma, è quasi un obbligo, direi un dovere, se amate la musica italiana.