“Imajica” è il secondo album di Antonio Giorgio, artista campano, devoto all’epic metal o meglio, come ama definirlo lui stesso, al Golden metal, una musica sontuosa e magniloquente che omaggia l’epoca dorata dell’heavy metal e di tutte le band che portano avanti quello spirito. Ma nell’intervista Antonio ci parla di arte, storia, energia e spiritualità. perché è tutto collegato.

Raccontaci qualcosa dell’Antonio Giorgio ascoltatore dei tuoi gusti, di come sono cambiati nel tempo. E come nasce poi l’esigenza di comunicare, di cantare, di scrivere testi, di fare musica?

Innanzitutto grazie di questa intervista e della bella recensione e un carissimo saluto a te Renzo, alla redazione di “Back in Rock” e ai lettori. Come ascoltatore sono uno di davvero ampie vedute che ascolta tante cose diverse e a volte diametralmente opposte, sia in maniera attiva che passiva (cosa che succede quando ci si ritrova ad ascoltare cose alle TV o in una festa o un party al bar giusto per fare un esempio semplice), non ho problemi a passare dal Metal al Pop/Rock o anche AOR, dalle colonne sonore (soprattutto adoro ascoltarle in un grande impianto audio all’avanguardia al Cinema vedendo film ad ampio respiro e epici/fantastici/orrorifici in particolare) alla Musica Classica  fino al Jazz/Fusion  e anche dall’Ambient e ai Cantautori all’avanguardia come David Sylvian o David Bowie giusto per fare due nomi che adoro bene o male in tutte le cose che hanno fatto lungo la loro lunga e variopinta carriera. Devo dire che ho avuto sempre gusti ampi anche se con una particolare affezione per l’Heavy Metal di classe e l’Hard Rock deluxe fin dai miei anni formativi e adolescenziali dove tutto era una scoperta e l’ho mantenuta nel corso degli anni pur allargando ulteriormente la gamma di ascolti e influenze, anche se spesso amo anche sentire “il Silenzio” per dirla in modo paradossale, perché siamo immersi fin troppo nella Musica anche attraverso cellulari e social vari. In questo emerge il mio lato anche un po’ orientale visto che amo poeti come Gibran e Tagore che hanno vissuto anche in occidente, che vuole disintossicarsi e meditare sul Silenzio che in realtà è come un contenitore che racchiude ogni Suono e Nota (un disco interessante su questo punto è sicuramente “Approaching the Silence” di David Sylvian con il suo amico Robert Fripp alle chitarre) per ricaricarsi meglio e ricominciare con più slancio.

Per rispondere alla seconda domanda l’esigenza è naturale e più che esigenza o necessità la chiamerei desiderio e voglia di esprimere con le note e con le parole e anche con le immagini (“Images and Words” per dirla citando il capolavoro massimo dei Dream Theater e del Prog Metal tutto) ciò che si ha dentro e che vuole manifestarsi in una nuova forma, sia se faccio materiale totalmente nuovo che quando lo reinterpreto come semplice singer mettendoci del mio dove possibile, come se i brani di altri fossero stati scritti per la mia voce, perché come diceva Stephen King è meraviglioso quando qualcosa che sta all’esterno, che sia un tramonto, un libro, un disco, un albero o una bella donna, lo sentiamo parte di noi perché simile al nostro sentire e lo facciamo nostro usando la nostra Immaginazione e Creatività: questa è in fondo la Magia dell’Arte e il tema in fondo più potente di “IMAJICA”.

Il primo album album nel titolo portava anche una tua idea di metal: epico e spirituale. Pensi che “Imajica” ne sia una continuazione ideale o si tratta di una nuova partenza?

Dici perfettamente, “IMAJICA” è esattamente il giusto sequel di “Golden Metal”, sia nella concept-story che è un po’ sullo sfondo e può essere sia letta che non, ciò non allontana dall’essenza singola, poetica e indipendente dei brani, soprattutto dal punto di vista dei contenuti musicali e filosofico-mistici e direi anche artistici in generale. Un concept che è una storia a volte può mettere in secondo piano l’aspetto poetico dei brani liberi dai vincoli che si hanno anche nei romanzi rispetto alle poesie. Non è affatto una nuova partenza, è semmai un ulteriore progresso di quello che è stato gettato e seminato con la prima Opera sotto tutti i punti di vista, anche se rimango molto legato alla totale genuinità di “GM” che è sicuramente un album più spontaneo da un certo punto di vista e più immediato e anche più song oriented nel complesso. Ti diro di più, originariamente “GM” doveva essere un doppio e alcuni brani risalgono a quel periodo, ma alla fine devo dire che sono contento che sia andata così poiché con calma e tempo sono riuscito ad allargare gli orizzonti espressivi e artistici del secondo parto, scrivendo nuovi brani e migliorando certi aspetti dei vecchi brani. È come un secondo figlio che è più pensato e meditato del primo che magari arriva in modo più veloce e inaspettato o anche facendo un altro esempio con le dovute proporzioni ovviamente, è come la differenza tra un “Black Sabbath” che è stato registrato velocemente ma con brani vecchi di anni e nel sangue di Iommi e soci e “Paranoid”, comunque con brani composti prima ma con altri nuovi nati al momento come la title track e una produzione sicuramente più curata.

Come hai lavorato a questo nuovo album, così ricco di ospiti? Come hai coordinato il tutto?

Pensa che siamo partiti in due, io e il fido e talentuoso Luca Gagnoni dei Veil of Conspiracy (e ex Astral Domine e For My Demons tra gli altri) e anche ex Claudio Simonetti’s Goblin (come bassista), che siamo davvero una coppia d’Oro e ci intendiamo alla perfezione. D’altronde Luca ha dei gradi di parentela con nientemeno Tony Iommi e stentavo a crederci quando me lo disse, perché come saprai amo moltissimo Iommi e tutte le varie incarnazioni dei Black Sabbath, sicuramente sono la band che mi ha fatto sbarcare definitivamente nel mondo del Metal.                      Da lì in poi si sono aggiunti man mano sempre più amici e ospiti speciali come Ian Parry degli Elegy e Mark Vanderbilt, il cantante originario dei primi due Epic Prog Metal album dei celebri Kamelot. È stato incredibile vedere come da due siamo arrivati una quindicina di musicisti!! Un lavoro immane coordinare tutti come fa un Regista con la sua troupe, ma davvero appagante e sorprendente, ovviamente ho scelto ogni musicista adatto al tipo di stile e attitudine che richiedeva il brano, quindi ci sono musicisti che vengono dal Prog ad altri che vengono dal Symphonic Black ad altri che vengono dal Neo-Classical/Fusion o Melodic Metal fino all’Epic Power e Symphonic Gothic. Tutti uniti sotto la bandiera del Golden Metal che non è un genere ma una Visione come ho detto più volte e se vuoi anche un Movimento Artistico come lo erano i Pre-Raffaelliti, i Romantici, i Sepolcrali, gli Espressionisti etc. Anche gli studi di registrazione per il mix sono stati due, i celebri e storici New Sin del grande Luigi Stefanini (Vision Divine, Labyrinth, Domine, Eldritch, Dark Moor etc) e i più recenti ma ottimi Sonic Temple Studio del mio grande amico Fabio Calluori degli Heimdall, band per la quale, prima dei grandi nomi internazionali, provai ben due volte nei primi anni 2000 quando cercavano cantante.

I musicisti sono solo esecutori o qualcuno ti ha suggerito idee e modifiche?

In genere devo dire che lascio molto libertà di interpretazione, però nel complesso direi che tutti bene o male si sono molto attenuti alle partiture originarie, anche se ho spinto ad esempio lo stesso Luca a dare il massimo soprattutto negli assoli incredibili e pieni di feeling che colorano ogni brano e lo stesso per Simone Giorgini, spingendolo a rendere le orchestrazioni e le tastiere il più evocative e mistiche possibile, così come per altri come il giovane e talentuoso batterista Francesco Vaccarezza oggi nei progster The Watch  ma proveniente anche dal Thrash con gli Overwhelm e allievo di Walter Calloni (Area, PFM, Battisti etc), con lui abbiamo lavorato molto ad avere un approccio molto potente, dinamico e epico stile il Cozy Powell di capolavori come “Tyr” e “Headless Cross”o de brano cult “Resurrection” di Brian May dove c’è anche un solo del grande Cozy, sicuramente Cozy Powell è il mio batterista preferito e ideale. La collaborazione più creativa è stata con il talentuoso tastierista siculo (anche bellissima persona) Gabriele Crisafulli in arte Gabriels, che suona anche con i Vivaldi Metal Project dell’amico Maestro Mistheria (Bruce Dickinson e Artlantis con John West e John Macaluso tra gli altri). Con lui abbiamo scritto insieme i brani più nuovi del disco e anche i melodici, “Silver Sanctum”, un po’ la controparte lunare della solare“Golden Metal”, un’ode verso la Musa della Musica della Notte (come il brano “ Night Music” dell’adorato Ronnie James Dio dal sottovalutato “Lock up the Wolves”) che mi ha accompagnato e fatto sognare da ragazzo e insieme ai tanti film, libri e fumetti immaginifici e “In Your Eyes (Emerald Light)”, ispirato a eventi reali e direi al limite del mistico e anche al mio periodo di conoscenza e di corteggiamento per una certa Cristina Scabbia e i suoi “magici” occhi verde smeraldo (facendo un parallelo con la famosa Tavola Smeraldina di Ermete Trismegisto che è alla base dell’Alchimia e anche del mio Golden Metal se vuoi), quindi tutto molto attuale: Amore Sacro e Profano insieme.

L’album ha la parvenza di un concept. Puoi dirci qualcosa in più, come l’hai ideato e avevi ben chiaro il percorso o durante la scrittura hai cambiato qualcosa?

Come detto in precedenza il concept dell’album è un po’ in sottofondo, non deve essere per forza conosciuto e approfondito, se uno ha voglia può leggerlo anche a parte dopo aver ascoltato il disco (consiglio anche di visitare la pagina www.goldenmetalkingdom.blogspot.com come scritto nel libretto per leggerlo in italiano), un po’ come succedeva ad album come “Invictus” e i due “Marriage” dei Virgin Steele o certi album dei Savatage con le storie affascinanti del grande e passato a miglior vita Paul O’Neill, ma con meno attinenza. Essendo anche un autore di sceneggiature per fumetti (ho provato e proverò di nuovo per Dylan Dog)  oltre che docente di Lettere, mi viene naturale esprimermi anche in questo settore e feci anche una bozza di sceneggiatura in passato pronta per diventare una Graphic Novel (e sarebbe addirittura fantastico farne un medio o corto-metraggio con qualche mio amico regista usando alcune canzoni), ma il concept è nato dalle canzoni e dalle atmosfere che trasmettevano, non prima di esse come può essere stato ad esempio per il capolavoro dei Queensrÿche “Operation:Mindcrime” , “The Crimson Idol” dei W.A.S.P. , “Epica” & “The Black Halo” ispirati liberamente al “Faust” di Goethe o anche “Tommy” dei The Who, idem per “Golden Metal” che è la prima parte di questo visionario e mistico concept ad ampio respiro con protagonista il mio alter-ego Gabriel Raven, musicista e filosofo/mistico/pensatore in cerca delle grandi e ultime Verità e del giusto equilibrio in campo sentimentale oltre che del giusto riconoscimento per la sua Arte. Lui ha creato il Golden Metal come l’ho creato io e quindi c’è anche quella che si chiama meta-narrativa, dove Realtà e Fantasia ben si mischiano e si rispecchiano l’un l’altra e ogni Vera Arte non può fare a meno di mischiarle per essere più autentica. Quindi per me va bene sia che le canzoni vengano ascoltate senza tenere presente il concept che approfondendolo, magari in un secondo momento e lasciando libera l’Immaginazione dell’ascoltatore, dando la possibilità  di costruirsi a ognuno la propria storia come facevo io in passato ascoltando i grandi concepts anche del Prog Rock come “Misplaced Childhood” o “The Lamb Lies Down on Broadway” o “The Wall” che a volte facevo fatica a capire fino in fondo rimanendone comunque affascinato. Certo ci sono tanti leit-motiv di fondo come l’amore per l’Arte e la sua bellezza metafisica, il mistero e il misticismo di quel sesto senso chiamato Immaginazione o Visione, l’Amore Vero, la Libertà del vero Io o Sé in un mondo sempre più omologante e distopico, la Coscienza Spirituale, ma anche Sociale e Ambientale e molto altro.

La confezione è come per il primo bellissima e ricca di riferimenti. È tutta opera tua?

Grazie mille dei complimenti Renzo, ad ogni modo come concept e idea è ovviamente farina del mio sacco ma con il contributo fondamentale e creativo della Jahn Vision Art (www.jahnvision.com ) del caro amico Gianluca Carlini degli ottimi Great Master e Sangreal, anche con lui ho formato una coppia d’Oro e ci intendiamo al volo, su “IMAJICA” credo ci siamo superati!! Adoro anche la cover art della versione in digitale, davvero molto Prog come concetto e sarebbe magnifico vedere questi lavori in formato vinile, vedremo, ci sono dei piani per il futuro in merito, anche piuttosto particolari.

È così difficile assemblare una band e suonare dal vivo, unica possibilità oggi per farsi conoscere davvero dal pubblico, soprattutto di fede metal e rock?

Nel mio caso direi di si, davvero complicato, i musicisti non mancano ma non essendo un gruppo vogliono essere pagati e quelli che hanno suonato nel disco sono troppo lontani geograficamente (a differenza del primo disco per cui era prevista un’attività live quando vivevo e insegnavo a Modena e loro erano del posto o nelle vicinanze, ma purtroppo la chimica giusta e la scintilla non è scattata durante la lavorazione dell’album che è stata faticosa portare a termine e solo grazie alla mia caparbietà) e troppo impegnati con le loro rispettive bands, a volte più di una. Poi ovviamente non è facile di trovarne all’altezza, non è facile sostituire un chitarrista talentuoso come Gagnoni e altri. Quindi vorrei che dall’esterno venisse meglio recepita e compresa questa mia difficoltà nel fare spettacoli live vivendo al Sud e in Irpinia (se mi traferissi a Milano o al Nord in generale sarebbe sicuramente più semplice, ma mi piace stare qui nella mia Terra), ad ogni modo non ho perso le speranze e forse nascerà una nuova band che avrà il nome del mio vecchio progetto, ossia Human Gods, così almeno l’impegno sarà più da tutte le parti e non solo da me, ma per ora esiste il mio progetto solista e va bene così perché ho la possibilità di spaziare su più fronti e album di diverso tipo, una dimensione autoriale che in un gruppo si perde inevitabilmente. Essendo appunto il mio progetto sono solo io ad occuparmi di tutto: dei fondi per i dischi, di fare le interviste come adesso e tutto il resto, promozione, pubblicità, di stampare i dischi con notevoli spese etc. Ovviamente per i live oggi devi avere per forza un’agenzia di booking e le labels non ti aiutano molto tranne se hanno già un’agenzia loro stesse, ne parlavo anche con i miei amici Dario Parente e Walter Cianciusi degli Headless e della Geoff  Tate Band e ovviamente per me è basilare prima avere i giusti musicisti che sono sicuro mi accompagneranno prima di propormi ad agenzie per delle date e inoltre non essendo più un ventenne/trentenne agguerrito, per me è basilare mantenere la salute vocale e farlo solo dove ne vale la pena e nelle migliori condizioni. A tal proposito cercherò di fare almeno un grande concerto per il 2024 che celebri i miei venti anni di attività dal primo demo “Resurrezione (Keep your Inspiration)” del lontano 2004 e che mi aprì le porte ai tanti contatti esteri e ai provini internazionali che ci furono in seguito dai Kamelot ai Royal Hunt, passando per Conception, Dreamscape, Fifth Angel, Beyond Twilight, Lost Horizon e altri. Sarà al Teatro del mio paese e l’idea è quella di fare un cd/dvd che sarà poi pubblicato e ascoltato/visto da tutti e addirittura mi piacerebbe in futuro fare anche un “Golden Metal Festival”s empre in questo Teatro di Lioni chiamato anche Anfiteatro perché all’aperto, un’idea che ho dal 2005 quando iniziai a contattare le band come gli amici Conception e altri e gli sponsors vari, ma ci vorrebbe un fondo regionale e un progetto da presentare insieme alla Pro Loco e altri.

Come vedi la scena metal di questi anni? Secondo te è solo nostalgia o c’è speranza in una rinascita con un nuovo pubblico? E per il futuro cosa dobbiamo aspettarci? A cosa stai lavorando?

È dura, in un mondo dove in classifica presenziano artisti Hip-Hop (artisti con la a minuscola ahimè) o il solito Pop sempre più plastificato e sempre meno spazio per il Rock e il Metal vero e genuino, non intendendo quello trendy e un po’ volgare e di cattivo gusto alla Måneskin senza nulla togliere ai loro meriti. Tutto sarà da una parte sempre più “finto” e costruito, e da un’altra più genuino nel tentativo di connettersi a un glorioso passato che non esiste più, forse la soluzione unica e migliore è vivere nel presente e cercare di dire qualcosa di nuovo, senza vivere di ricordi e nostalgie ormai andate. Io ci provo con il mio Golden Metal a mantenere l’interesse per qualcosa di attuale e non necessariamente derivativo, con una sua personalità e freschezza pur trovando ovviamente insegnamento e ispirazione dai grandi nomi del Passato, ma allargando ad altri approcci e sonorità anche aliene al Metal/Rock. Per il futuro molte sono le cose che bollono in pentola, in primis un imminente uscita chiamata “Eternal Metal- Tales from the Twilight Zone”, doppio album che mi vede interpretare a modo mio e anche moderno grandi classici del passato (anche minori) cercando di dargli una veste appunto vicina al mio “Golden Metal”, un album molto importante come Metal/Rock Singer in senso stretto e sono previsti 3 capitoli con anche l’aggiunta di inediti e forse pure un libro dove recensirò classici “Golden” per ogni sottogenere e ci sarà un epico Tributo ai Kamelot dell’era  con Roy Khan, la più significativa artisticamente parlando, intitolato “Once and Future Kingdom- An Epic Tribute to Kamelot”. Poi sarà tempo di pensare al terzo capitolo della mia saga con “AstrologikA”, ispirato allo Zodiaco e a “I Pianeti” di Gustav Holst e anche una seconda parte di “Eternal Metal” e un altro epicissimo tributo alla band più importante di tutte , ossia i Black Sabbath intitolata “Heaven, Hell and Purgatory- A Golden Tribute to Black Sabbath” coprendo tutte le ere e reinterpretando tutti i grandi singers che hanno avuto, partendo da “Symptom of the Universe” e arrivando fino a cose come “Atom and Evil” degli Heaven & Hell e “God is Dead?” dall’ultimo un po’ deludente album “13”. A tal proposito una piccola anteprima è l’EP uscito in digitale nel 2022 per la AUSR Digital “Keeper of the Sabbath Stones”. E come se non bastasse anche future edizioni deluxe sia di “Golden Metal” che di “IMAJICA” con doppio cd.   Sicuramente non suonando al momento dal vivo preferisco concentrarmi sulla creazione di album che sono sempre la cosa più importante, la rappresentazione è il momento di condivisione con il tuo pubblico e se vuoi ritualistico, direi quasi pagano e tribale, ma sulla base di ciò che hai creato e certo adesso la discografia si sta decisamente rafforzando e ampliando.

Alla prossima e grazie ancora per questa bellissima e stimolante intervista!!

Stay tuned and Stay Gold!!