Il basso elettrico al centro del futuro!!

Enio Nicolini, musicista storico della scena metal italiana da oltre quarant’anni, non smette di stupire. Ha più energia di tanti ragazzini e lo dimostra anche con questo secondo capitolo dei suoi Otron, caratterizzato come sempre dall’assenza della chitarra, con il basso del leader che disegna le linee melodiche in coppia con il tastierista Gianluca Arcuri, mentre per le parti ritmiche è coadiuvato dal batterista Damiano Paoloni. A cementare il tutto c’è la voce di Luciano Palermi, fedele compagno dai tempi degli Unreal Terror.

Enio Nicolini, con il suo fedele basso elettrico!!

Liriche con un senso futurista, una musicalità dal tocco fantascientifico, come sei i Blue Öyster Cult suonassero con uno spirito thrash metal moderno. E se vi sembra esagerato, provate ad ascoltare la narrativa ‘The Coghweel’. Ma è l’intero album a spingere sull’attualità, come dimostrano la conturbante ‘The Dream’, la pasta  solida di ‘The Prophecy’ e il metallo levigato di ‘‘A Brand New World’, caratterizzata da rintocchi epici, come sei i Savatage guardassero ai Tool.

Perché Enio Nicolini non vuole certezza e non vive di nostalgia, ma guarda al futuro del rock. E in qualche modo ‘Hellish Mechanism’ ne individua uno spicchio possibile.

Disco bello e coraggioso, con alcuni sprazzi di autentica purezza geniale!