C’è stato un momento, dagli anni Novanta ad inizio del terzo millennio, dove Padova, la tranquilla cittadina veneta, si è trasformata in una sorta di filiale del rock di strada americano. Padova come Los Angeles: decine di gruppi e musicisti (Crackhouse, Baby Ruth, Laroxx, The Happy Gays, Alex De Rosso, Frutteti Riarsi, Bastet, Acajou, Statobardo, Pink Lizard, per citarne alcuni), che suonavano un rock diretto, esplosivo, misto di glam, punk, garage, stoner e metal, con un’immagine ed una qualità che poco aveva da invidiare alle ben più note band americane e nordeuropee. E così il regista Alessandro Pittoni, ha pensato di raccontare quegli anni, quelle band e quella musica, con un docuserie, sul canale YouTube “Padova Stories”. In dodici puntate esplosive torna a vivere un momento irripetibile, fatto di passione, di attitudine pura, di amore totale per il rock, dove musicisti, locali e fan erano tutt’uno.

Ma oggi cosa resta di quel tempo? Tutto!!

Nulla è andato perduto, non emerge la nostalgia, perché molti di quei protagonisti sono oggi esattamente come allora: innamorati del rock e dei suoi sogni bastardi ed irrealizzabili. Ecco a voi: ORGIA FUXIA!!

Ciao Alessandro, direi di iniziare con una tua presentazione. Studi, passione per il cinema, come inizi la professione e la nascita della tua/vostra casa di produzione.

Ciao Gianni! Musica e cinema sono da sempre state mie grandi passioni. Al termine degli studi universitari, durante i quali mi sono laureato in Economia, ho subito cercato di indirizzare il mio percorso lavorativo verso ciò che mi appassionava. Nel giro di poco inizio a lavorare nel settore audiovisivo, spostandomi su Milano. Esperienza fondamentale che mi ha permesso di imparare tanto nel settore dell’advertising e poi della fiction, sino ad arrivare ad essere produttore associato del primo cinecomic italiano, “Dampyr”, tratto dall’omonimo fumetto della Sergio Bonelli Editore. Poi è arrivato il Covid. Come molti, in quel momento, ho tracciato un bilancio di quanto avevo fatto e di cosa avrei voluto fare nel futuro. Da lì la scelta di tornare a Padova e di aprire la mia casa di produzione, con la quale ci focalizziamo a raccontare storie inedite riguardanti il nostro territorio.

Orgia Fuxia: il backstage!!

L’idea di “Orgia Fuxia” come nasce? Quanto tempo è passato dalla teoria alla pratica? Raccontaci la sua genesi, sviluppo e realizzazione.

L’idea di “Orgia Fuxia” nasce proprio durante il periodo Covid, diciamo aprile 2020. Sai, ho buttato un occhio nel cassetto dei progetti che avrei voluto realizzare ma che per motivi di tempo rimanevano lì, senza trovare uno sbocco. Raccontare la scena musicale underground degli anni 90 della mia città, Padova, che io stesso avevo vissuto in prima persona, era uno di quelli. E in qualche modo ho capito che era arrivato il suo momento. Così ho messo in piedi una produzione molto snella e diciamocelo, molto punk, e a luglio 2020 siamo partiti a girare le prime interviste. Nel giro di 12 mesi, con in mezzo un secondo lockdown a rallentare il tutto, abbiamo terminato gli shooting. Nel frattempo era iniziata la fase di recupero del materiale d’archivio. Operazione faticosissima, in quanto parliamo dell’era pre-digitale e di band underground, ti lascio immaginare…non so nemmeno io come, ma siamo riusciti a recuperare quasi 50 ore di materiale audiovisivo, oltre che centinaia di foto e locandine. Il budget era zero, quindi ho passato notti intere a digitalizzare io stesso vecchie Vhs, un delirio…ma a quel punto mi era ben chiaro di avere tra le mani qualcosa di speciale! Quindi siamo giunti alla fase di montaggio, durante la quale è stato chiaro come il formato più idoneo per il nostro documentario fosse quello della serie. Siamo riusciti a scrivere la parola fine solo nell’estate di quest’anno, presentando a settembre il progetto in due serate al Chiosco, bellissimo locale di Padova. E le serate sono state un grande successo!

Che tipo di riscontro hai avuto nel proporre l’idea a musicisti e operatori vari del settore?

Non te lo nascondo. Fin da subito ho riscontrato un grande entusiasmo da parte di tutti. Sono stato fortunato, e l’ho capito in corso d’opera, perché quella di “Orgia Fuxia” è una storia che era arrivato il momento di raccontare. Idea giusta al momento giusto.

La serie ha fatto scattare qualche molla speciale? Intendo qualche band si è riformata, ha ripreso voglia o solo semplicemente qualcuno ha capito quanto è stato importante per i giovani di quel periodo?

Tutto quello che hai detto e molto di più. Musicisti, fan, addetti ai lavori sono tornati con la memoria ad un periodo molto bello della loro vita, quello dell’ultima decade del secolo scorso. Un periodo pre social, pre reality, pre digitale, per certi versi molto più autentico e genuino di quello attuale. Chiamala malinconia degli anni 90, non lo so, ma nelle due serate di presentazione della serie si sono presentate 700 persone. A testimonianza che c’è ancora voglia di un certo tipo di atmosfera e di offerta musicale. Credo che la nostra narrazione abbia, nel suo piccolo, rinvigorito la fiamma di una passione mai totalmente spenta dentro tante persone.

Adesso che la serie sta girando, cosa ti è rimasto dentro di questa esperienza? E secondo te, hai capito perché proprio Padova per qualche anno è stata la capitale dello street rock, del punk metal e del glam italiano?

Mi è rimasta dentro la consapevolezza che per quanto possa sembrare difficile un progetto, se ci metti passione e soprattutto tanta determinazione e tanto impegno, anche quello che inizialmente può sembrare solo un sogno, si può avverare. Rispetto a Padova capitale della musica underground degli anni 90, credo che non ci sia una spiegazione logica. Semplicemente a volte succede che una tensione sociale e culturale venga intercettata da un gruppo di persone che in qualche modo si ritrovano negli stessi ideali. Questo gruppo trova un ambiente idoneo per esprimersi e così riesce ad allargarsi e a proliferare. Inutile sottolineare l’importanza dei locali che propongono musica dal vivo. E anche di quello che non c’è stato, ovvero un sistema produttivo e distributivo che permettesse alle band locali di essere supportate nel fare il salto verso il professionismo.

Che riscontri stai avendo nel progetto e cosa speri possa accadere nel prossimo futuro? Avete speranze di proporla anche all’estero o su qualche piattaforma digitale?

Il riscontro del progetto sta andando oltre le mie più rosee aspettative. Ne hanno parlato bene tanto i quotidiani locali quanto le riviste di settore. Siamo finiti addirittura su Rolling Stone.

La scelta di distribuire la serie sulla nostra piattaforma Padova stories si sta poi rivelando vincente, in quanto ci ha permesso di dare subito in pasto al pubblico il nostro prodotto, cavalcando l’hype della presentazione e della copertura mediatica. Il 22 novembre abbiamo terminato il rilascio dell’ultima puntata, la dodicesima, e ad oggi gli episodi complessivamente hanno raccolto oltre 20mila visualizzazioni, che sono un grande risultato per la natura punk ed underground del prodotto. Ora bisognerà aspettare la fine dell’anno per tirare le somme. Abbiamo creato un universo narrativo, di cui la docuserie è solo il primo tassello. Daremo innanzitutto continuità alle serate “Orgia Fuxia”, che coniugheranno gli anni 90 con le nuove tendenze musicali underground. Ed espanderemo il nostro universo con nuove storie legate all’underground locale…la docuserie è solo l’inizio!

Il cinema cosa è per te? Quali sono i generi e i film che ami di più? Da operatore di questo mondo riesci ancora a guardare un film per il piacere di farlo o hai sempre l’occhio da tecnico che frena l’emozione?

Per me il cinema è un’esperienza magnifica. La sala buia e il grande schermo illuminato, l’immergersi nella narrazione all’interno di un’esperienza collettiva…è un qualcosa di unico. Credo tuttavia che il cinema così concepito sia destinato a cambiare. Viviamo in tempi in cui ci stiamo abituando a narrazioni veloci e condivisibili digitalmente, quindi penso che l’esperienza cinematografica così come l’abbiamo conosciuta sino al periodo pre covid si rivolgerà sempre più ad una nicchia di pubblico…o si evolverà in qualcos’altro. Io personalmente amo molto i documentari e i film horror, se ti dovessi dire due nomi di getto allora sarebbero: “Searching for Sugar man” e “Nightmare on Elm Street”. Il primo mi ha fatto innamorare del genere documentario, il secondo ha segnato in maniera indelebile la mia infanzia. Per rispondere all’ultima domanda: non ho una preparazione tecnica tale da condizionarmi durante la visione di una pellicola, quindi guardo sempre un film o una serie principalmente per il piacere di farlo!

Spostando l’asse verso la musica, quali sono i tuoi gusti? Artisti e dischi che ami di più? Ti tiene ancora aggiornato sulle novità o hai cristallizzato i tuoi gusti?

Il mio gruppo preferito sono i Guns n’Roses, le mie influenze principali sono l’hard rock glam losangelino degli anni 80, quindi Mötley Crüe, Poison, Ratt ecc… Ho seguito molto anche la scena scandinava di fine anni 90/primi anni 2000 (Hardcore Superstar, Backyard Babies, 69 Eyes) e tutto lo sleaze glam degli anni 90 (Shake The Faith, Star Star, Shotgun Messiah ecc…). Detto questo, non mi stanco mai di ascoltare i Roxette, Bryan Adams, i Queen. In questo senso, ora che mi ci fai pensare, i miei gusti forse si sono un po’ cristallizzati, ma cerco sempre di dare un ascolto alle ultime tendenze in ambito rock e pop, tanto in Italia quanto a livello internazionale.

Fuxia – shot di scena (Simone Scarani dei Frutteti Riarsi)

Secondo te perché i biopic o comunque le storie che raccontano l’attualità, la politica, la società, la cronaca degli ultimi decenni, funzionano così bene nelle serie TV e nei film?

Credo che i cambiamenti economico-politico-sociali occorsi nel mondo negli ultimi 15 anni, insieme alla diffusione massiva dei social network e alla conseguente possibilità di entrare nelle vite private delle persone, abbiano cambiato i gusti del pubblico in ambito di intrattenimento. Forse siamo diventati un po’ troppo smaliziati nei confronti della finzione, stanchi del “tratto da una storia vera”, è emersa la necessità di storie vere e basta.

Un’ultima domanda: avete altri progetti musicali a cui state lavorando e in generale le prossime mosse?

Mi piacerebbe molto dare continuità ad Orgia Fuxia, andando a realizzare una stagione 2 ed indagando magari altri aspetti della cultura underground locale. Mi piacerebbe poi avere l’opportunità di raccontare in un documentario la storia di una band italiana e in parte, come sai, forse su qualcosa stiamo già lavorando…sicuramente credo che il nostro Paese abbia delle bellissime storie musicali che aspettano solo di essere raccontate. Spero di avere presto l’opportunità di farlo!

Dove vedere, seguire e contattatore ORGIA FUXIA:

Su YouTube: https://www.youtube.com/@padovastories

Su Facebook: https://www.facebook.com/orgiafuxia

Su Instagram: https://www.instagram.com/orgiafuxia/

Contatti: orgiafuxia@gmail.com