Non sono mai stato un amante sperticato del metallo nero. Ma ne ho subito il fascino e quindi go voluto approfondirlo, sia negli ascolti, che nella filosofia, attraverso libri e video e l’ho sfidato anche come musicista. Sto parlando di cover di Burzum, Marduk, Mayhem, Darkthrone, che mi hanno aiutato molto a trovare uan sorta, se non di simbiosi, ma di vicinanza.

I lupi statunitensi non fanno rimando direttissimo a questi nomi di culto. Ma è chiara la ripresa degli stilemi del genere tanto nell’incedere della batteria, quanto nei riff in sedicesimi taglienti. Quello che però dà senso vero a questo album, l’ottavo di studio, sono le atmosfere. Ascoltandolo penso a caverne buie, con solo qualche filo di luce ad illuminarle.

Gli Wolves In The Throne room si confermano un nome da seguire, un riferimento per gli amanti del genere. Se venite da altri lidi potreste comunque apprezzarne la varietà di utilizzo di strumenti anche desueti e, per l’appunto, l’atmosfera minacciosa e ancestrale che contraddistingue quasi tutte le tracce. E gli oltre dieci minuti di “Masters Of Rain And Storm” dimostrano che i WITTR sanno districarsi anche dalle paludi della banalità, in cui questa musica alcune volta affonda.

Terribili ed affascinanti!!