“Let The Music Do The Talking”

(Columbia, 1980)

Gli Aerosmith chiudono gli anni ’70 con un grande disco come “Night In The Ruts”, ma il cantante Steven Tyler e il chitarrista Joe Perry sono troppo stanchi, sempre strafatti, non a caso la stampa li battezza i “toxic twins”, sempre con gli artigli pronti a ferirsi, per continuare. L’unica cosa da fare è mandarsi affanculo e separarsi. Steven non molla l’osso e si tiene gli Aerosmith, Joe, viso da duro scolpito nella pietra, non si spaventa, in poche settimane, mentre è ancora con gli Aerosmith, allestisce una band e si mette al lavoro per un nuovo disco. Naturalmente la Columbia, l’etichetta degli ‘smith non ha nessuna intenzione di perdere un rocker come Joe Perry e così mette sotto contratto la sua band, che si battezza Joe Perry Project. E mentre il cantante cerca di disintossicarsi e trovare due chitarristi (nel frattempo se n’è andato anche Brad Whiteford), Joe esce al volo con il debutto solista. “Let The Music Do The Talking”, un concentrato di puro rock americano con incursioni heavy blues, sorprende solo chi non conosce Perry. La voce roca di Ralph Morman, uno che si era messo in luce con i Bux del futuro Angel Punky Meadows, è uno dei punti di forza di un album diretto, sporco e graffiante, così come sa essere la chitarra di Perry, capace di riff alla stones ed assoli con il blues nel sangue. Il primo brano, che intitola il disco, è un funky rock che brucia feeling, da hit predestinato, al punto che verrà ripreso dagli Aerosmith quando Perry tornerà ad abbracciare il suo fratello di rock Tyler. Le altre tracce, da “Conflict Of Interest” a “Discount Dogs”, “Shooting Star” a “Ready On The Firing Line”, parlano il linguaggio di un hard rock che gronda blues, al grido di “no ballad”, come una sorta di autoanalisi del chitarrista, che parla di droga, relazioni in frantumi e della puzza che si sente nel music business. Joe saprà farsi valere ancora con il project e come solista e naturalmente con gli Aerosmith, sempre al motto di “Lascia che sia la musica a parlare”. Il disco è stato ristampato in cd la prima volta nel 1990 e l’ultima nel 2013.