Questa introduzione vale praticamente per tutte quelle band appartenenti alla scena prog metal classica che trovarono, chi più chi meno, il loro periodo d’oro nella seconda metà degli anni novanta, specialmente nella vecchia Europa.

Oggi il metal progressivo di stampo classico non tira più, preso a spallate dalle nuove leve che all’approccio heavy/power preferiscono quello dark e post metal.

Proprio per questo i tedeschi Ivanhoe si possono sicuramente considerare dei sopravvissuti, essendo ancora oggi attivi tra cambi di line up ed alterne fortune qualitative.

Certo che dal 1994, anno di uscita del bellissimo “Visions And Reality”, seguito dall’altrettanto valido “Symbols Of Time”, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e la band, sotto l’ala della storica label Massacre, dà alle stampe l’ottavo full lenght intitolato “Healed By The Sun”, dopo il buon “Blood And Gold” licenziato nel 2020.

Il nuovo lavoro non sposta di una virgola quello che è la proposta dei nostri che, da trent’anni a questa parte, continuano imperterriti a sfornare buoni lavori di metallo progressivo, suonato bene, cantato perfettamente in linea con i dettami del genere e foriero di cavalcate heavy/power, così come ballatone per epic/defenders dal cuore tenero.

“Healed By The Sun” si avvale di un quintetto ben oliato, che ha assorbito gli ingressi del chitarrista Chris Lorey e del batterista Micha Krebes, che offre un lotto di brani dove spiccano la title track, “One Ticket To Paradise” e la scolpita nell’acciaio “War Of Ages”. Questo tipo di sound è ormai da considerare di nicchia, ma gli Ivanhoe ne sono sicuramente ancora oggi ottimi rappresentanti.