Non ho ancora capito il motivo per cui questo nuovo, e per certi versi inaspettato, amore verso l’Hard Rock classico sia visto dai più come una “moda”, come se nel Rock e nel metal in particolare ci fosse ancora qualcosa da inventare.
I suoni cosiddetti vintage o di matrice classica sono inspiegabilmente mal digeriti, accusati di non dire nulla di nuovo senza considerare la cosa più importante: il Rock, quello vero, non ha nulla da inventare o reinventarsi, e questo accade da più di mezzo secolo, prendere o lasciare.
Una premessa doverosa fatta da chi lo ha sempre seguito con passione ed interesse e che, in questo momento, raccoglie i frutti di tanta pazienza e ricerca.
I Bad Touch possono sicuramente essere considerati la risposta inglese ai più popolari e statunitensi Dirty Honey, band che tanto sta facendo parlare e scrivere di questi tempi.
Autore di un Hard Rock classico, figlio di quella nidiata di band che fece la storia del rock negli anni settanta, il quintetto di Norfolk arriva al quinto album di una discografia che non lascia spazio alla mediocrità, migliorando di volta in volta la qualità del songwriting ed arrivando oggi, con questo “Bittersweet Satisfaction”, molto vicino alla perfezione.
Stevie Westwood (Voce), Rob Glendinning (chitarra), Daniel Seekings (chitarra, voce), Michael Bailey (basso) e George Dewry (batteria) tornano con questa nuova raccolta di brani che giunge dopo un album eccezionale come il precedente “Kiss The Sky”, uscito nel 2020, mettendo l’ombrellino sul cocktail musicale servito a tutti gli appassionati.
“Slip Away” apre le danze: i riff, i refrain, i solos seguono alla perfezione il marchio ormai consolidato dai Bad Touch, ovvero far divertire l’ascoltatore con un Rock che, pur essendo di altissima qualità e molto “british”, emana anche un grande appeal.
“This Life”, “Spend My Days” e la title track si fanno spazio in vene ed arterie, scorrono via sanguigne ed irresistibili con quel mix di Led Zeppelin e Free, supportate da un approccio ed un lavoro in studio al passo coi tempi.
Riusciranno questa volta i Bad Touch ad aprire anime e cuori al Rock in una fetta ancor più consistente di appassionati?
Sarebbe da scommetterci, anche perché, pur con le evidenti differenze di scuole (come detto, più British quella della band di Norfolk) il paragone e la vicinanza stilistica con i Dirty Honey è innegabile. Rock On !